C.R.E. Centro di Riabilitazione Equestre
Chi Siamo
C.R.E. Centro di Riabilitazione Equestre
Chi Siamo
“Il cavallo può darci oggi un grande aiuto in campo neurologico, ortopedico-traumatologico e, soprattutto, psichico, per rompere quel fronte di chiusura, silenzio e disperazione, che spesso accompagna i ragazzi con handicap e le loro famiglie”
(Girolamo De marco)
Il Centro di Riabilitazione Equestre (C.R.E.) “Girolamo De Marco” è stato costituito dal Rotary Club Roma Nord Ovest nel 1989 e porta il nome del fondatore stesso.
IL Centro Riabilitazione Equestre Girolamo de Marco è una Onlus e non persegue fini di lucro, ha lo scopo di contribuire alla riabilitazione delle persone con disabilità psico-fisica, perché possano trarre benefici dalla rieducazione equestre.
È un Centro riconosciuto e iscritto negli Elenchi Nazionali I.A.A. del Ministero della Salute. Ha la sede operativa a Roma presso il Centro Ippico Militare Pietro Giannattasio dei Lancieri di Montebello (Esercito Italiano) che da oltre trent’anni sostiene la Onlus mettendo a disposizione strutture e cavalli
La Onlus è da sempre sostenuta generosamente, dalla Fondazione Pro-Infantia Romana, ente particolarmente sensibile al mondo dei bambini in difficoltà.
Il Centro di Riabilitazione Equestre promuove ricerche mediche nel settore collaborando con fondazioni, università ed enti di ricerca secondo le modalità definite dalla normativa.
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Per poter rendere il lavoro con il Cavallo un valido ausilio riabilitativo, è necessario agire attraverso protocolli definiti e rigidi, tipici dell’ambito sociosanitario.
- OBIETTIVO DEL PROTOCOLLO: il nostro primo obiettivo è l’inquadramento diagnostico accurato dei soggetti, a cui segue la presa in carico, la strutturazione di un progetto individualizzato, la verifica periodica dei risultati raggiunti con progressivo adeguamento ed integrazione del tipo di intervento, che potrà essere di tipo EDUCATIVO – RELAZIONALE – TERAPEUTICO.
- I TEMPI DEL PROTOCOLLO: i tempi dell’intervento riabilitativo non possono essere standardizzati, si configurano come intensi e prolungati con momenti antitetici: spinte progressive alternate a resistenze al cambiamento, fasi di progresso e regresso. La cadenza, come il ritmo del lavoro, si delineano caso per caso, lungo la strada, durante il percorso, nel rispetto delle potenzialità del soggetto.
In questa ottica, il nostro PROTOCOLLO DI INTERVENTO prevede una presa in carico degli utenti prolungata nel tempo, strutturata in varie fasi:
- prima FASE DEL PROTOCOLLO: valutazione iniziale con inquadramento diagnostico tramite: colloqui individuali, indagine familiare, contatti con il medico e/o psicoterapeuta del soggetto, valutazione ortopedica, neurologica e psicometrica adeguata alle possibilità del soggetto. In seguito, il Direttore sanitario e il Responsabile di Progetto istituiscono per ogni utente una cartella sanitaria mirata al lavoro con il cavallo e l’equipe struttura un Progetto Riabilitativo Individualizzato, inserito in una delle aree di lavoro.
- seconda FASE DEL PROTOCOLLO: questa fase si caratterizza per il lavoro diretto in maneggio, sia a cavallo che in scuderia, con monitoraggio e calibrazione continua del Progetto Riabilitativo, tramite riunioni settimanali dei nostri collaboratori.
- terza FASE DEL PROTOCOLLO: questo step è caratterizzato da Controlli Clinici con valutazioni di controllo periodiche a distanza di 6 -12 mesi una dall’altra.
- QUARTA FASE DEL PROTOCOLLO: si elaborano le Valutazioni di Termine Progetto, sia cliniche che psicometriche.
In funzione degli obiettivi riabilitativi, il lavoro in campo può passare attraverso tre gradi di complessità, applicabili a seconda delle patologie che si incontrano:
- Spazio non strutturato: chiacchiere, giochi, iniziative spontanee del soggetto.
- Spazio semi-strutturato: in cui si definisce il tipo di attività, ma la partecipazione ad essa è libera, dall’avvicinamento al cavallo, all’accudimento dello stesso in maneggio e nel box.
- Spazio strutturato: in cui si lavora in un luogo specifico con tempi fissi ed obiettivi determinati e progressivamente impegnativi con sedute individuali, lavori in gruppo, attività di volteggio, realizzazione di percorsi a cavallo definiti e memorizzati.
Il singolo utente può partecipare a progetti nelle varie aree, a seconda della patologia emergente, ma è nostro obiettivo, a fine percorso presso il nostro centro, che l’utente abbia sperimentato le varie aree, affinché, grazie al lavoro con il cavallo, possa portare fuori, nella vita di tutti i giorni, la propria autonomia e i propri affetti.
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Secondo il metodo Feuerstein, l’intelligenza non è un tratto ereditato geneticamente e perciò immutabile; è invece uno stato, risultato di diverse componenti, di cui quella genetica non è la sola né la più importante. L’intelligenza è la propensione dell’organismo a modificarsi nella sua struttura cognitiva, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di origine interna o esterna che siano (Feuerstein 1998).
Su tale presupposto teorico il metodo Feuerstein è stato da noi utilizzato per stimolare l’intelligenza di bambini con problemi di apprendimento di vario grado e genesi.
Il metodo è strutturato su un apposito insegnamento centrato sulla mediazione didattica, fatta da una persona professionalmente preparata ad applicare il metodo.
Sempre sotto la guida di un insegnante, attraverso il PAS (Programma di Arricchimento Strumentale) si procede agli esercizi volti a sviluppare l’intelligenza intesa come proprietà dinamica della mente, cioè modificabile. Il metodo consiste nel rendere consapevole il bambino, l’individuo, dei precisi processi mentali che mette in atto quando impara o risolve dei problemi.
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